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domenica 13 luglio 2014

UN POMERIGGIO FORAVIA

In omaggio alla figura del professore Gaetano Di Modica e come saluto nel congedarci da lui, proponiamo di seguito un suo saggio su Scaparoni che lui stesso ci aveva fatto avere perchè lo pubblicassimo sul sito del circolo, nell'anno 2000.


UN POMERIGGIO FORAVIA

a cura del prof. Gaetano DI MODICA


La frazione Scaparoni (che gli albesi di stretta osservanza liquidano talvolta snobisticamente come "CUI D'LA DA TANE", quelli al di là del Tanaro) festeggia San Rocco, santo protettore degli appestati (l'origine dell'insediamento è probabilmente legato a quelli che "scappavano" dal rischio del contagio, all'epoca della peste del 1630), alla metà di Agosto.

I relatori: da sinistra, prof. Di Modica, dott. Fava, dott. Franco
Nell'ambito dei festeggiamenti, un pomeriggio è stato dedicato ad una iniziativa un pò fuori del comune, appunto "FORAVIA". Organizzato dal Circolo ACLI, coordinato dal dott. FAVA Franco, con la collaborazione del dott. FRANCO Luigi e del prof. DI MODICA Gaetano (tutti scaparonesi DOC, compreso il prof. DI MODICA, malgrado il cognome: suo nonno, quello piemontese, era un Bastianin SCAPARONE), nel pomeriggio del 15 agosto si è parlato della storia della zona, inserita in quella più ampia della città madre di Alba.

Questa fu insediamento neolitico, poi celtico-ligure (come appare dal nome stesso che i Celti usavano per indicare insediamenti stabili, vedi anche Albenga: ALB-ingaunum, dal nome della tribù locale), poi romano, poi via via, dopo gli strascichi delle invasioni degli Ungari e dei Saraceni, sino all'epoca Comunale. A quel tempo, intorno al 1200, Alba si crea una testa di ponte alla sinistra Tanaro, nella regione denominata "ASTISIO", in quanto possedimento del Vescovo di Asti e dei suoi alleati (si chiamerà "ROERO" un centinaio di anni dopo, quando le famiglie di questo nome, indicativo della loro attività legata ai trasporti sviluppati all'epoca delle prime crociate, "investirà in immobili" come diremmo adesso, acquistando quelle terre e infeudandosi).

Fra le località della sinistra Tanaro anche censite nei Catasti compare un "Colombero ad Torracium", corrispondente ad una delle frazioni degli Scaparoni tuttora chiamata "Colombè", proprio sotto la collina più alta della zona, ancora adesso chiamata "'l Torras". La presenza sulla cima della collina di uno scavo circolare in cui ancora pochi anni fa erano reperibili mattoni lascia pensare alla presenza di una torre, se non di una casa forte. Ancora spicca la presenza di una "Casa degli Olmi" (Cà da i 'olm) sul sito ove è descritto fosse una chiesa di Santa Maria degli Olmi con annesso un cenobio di Suore Cistercensi, dipendenti dal monastero dello stesso ordine di Sant'Antonio di Dronero, di cui nell'archivio Vescovile di Alba sono conservati i conti fino al 1870. Poi, dopo l'insediamento del 1600, le vicende del posto si inseriscono nel più ampio quadro degli eventi legati alla Rivoluzione Francese e alle conseguenze economiche e sociali; il va e vieni di eserciti, il brigantaggio, le illusioni presto deluse di un nuovo ordine (la storia si ripete!).

Insomma, è stata una panoramica seguita con viva partecipazione da moltissimi intervenuti, in cima alla collina, di fianco alla vecchia chiesa. Una volta tanto le bocce e il "liscio" (peraltro degnissime e piacevoli attività) hanno lasciato spazio a una iniziativa culturale di grande interesse.

La serata si è conclusa con la tradizionale Messa al "Pilion" di San Rocco, in mezzo alle colline, sotto la grande quercia secolare, in una atmosfera magica di amicizia e partecipazione, officiata dal nostro impareggiabile e prezioso Don Savoiardo, epigono di quelle figure di Parroci che insieme al Maestro Elementare e al Maresciallo dei Carabinieri costituivano un punto di riferimento per quella generazione ahimé molto avanti sul viale del tramonto (o, se lo concedete, in termine aeronautico: nella planata finale).

Scaparoni, settembre 2000

Veduta di Scaparoni e scorcio su Valle Magliani
testo: Gaetano Di Modica
foto: Biglino Silvio, Magliano Luigi

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